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Meteo, Clima e Biosfera in provincia di Teramo

Relazione degli eventi meteorologici del 24-30 Gennaio 2005 nella Provincia di Teramo

ANALISI FENOMENOLOGICA E CONFIGURATIVA:
Inizialmente, l’alta posizione del minimo stazionato precisamente nel Medio Adriatico ha determinato un relativo abbassamento delle temperature ma non decisivo. Nel Teramano, gli impulsi perturbati generavano nevicate fin sul piano (25-26-27 Gennaio 2005) soprattutto per le bassissime temperature in quota e per le intensità precipitative molto elevate.
Mentre alle alte quote l’intensa goccia fredda generava ed alimentava la depressione che ha esplicato i suoi fenomeni su tutta la penisola, alle medie e basse quote la rotazione della depressione implicava un richiamo freddo da Est e Nord-Est che però, inizialmente, ha interessato tutta l’area del settore adriatico a Nord di Teramo apportando nella prima fase di maltempo ingenti nevicate nelle Marche. Sul Teramano invece insistevano venti Settentrionali di intensità variabile, capaci di regalare maggiori concentrazioni nuvolose sulle aree costiere. Apporti nevosi consistenti, infatti, verranno registrati nelle zone collinari Teramane prossime al mare, dovuti più alla quantità ed all’intensità precipitativa che alle temperature, generalmente al di sopra degli 0°C almeno fino ai 200-400 m.slm.
Questo richiamo da Est o Nord-Est al suolo presente fin dai primi giorni sul Nord Adriatico, solo successivamente allo spostamento del minimo depressionario verso est ha raggiunto anche la provincia di Teramo, il 28-29 Gennaio 2005, generando bufere di neve che si sono spinte con insistenza su tutto il territorio, creando notevoli disagi dovuti ad una neve sia di quantità (sommata agli accumuli precedenti) sia di qualità (neve secca supportata da temperature basse con conseguente presa immediata anche sui manti stradali).

Questa la sintesi delle condizioni riscontrate in provincia durante quei giorni:

Fin dalla prima metà di Gennaio era evidente uno scambio meridiano molto accentuato, con profonde discese di perturbazioni di matrice polare a lambire il Mediterraneo. Successivamente, il fattore predominante che portò ad una più decisa recrudescenza delle condizioni atmosferiche fu lo spostamento verso Ovest dell’Anticiclone delle Azzorre con il suo conseguente indebolimento. Nel frattempo, la saccatura ciclonica potè incrementare spessore e portata sull’europa, richiamando altri impulsi da Nord e rafforzandosi. Trovando la strada sbarrata ad Est l’unica possibile espansione dell’Anticiclone in rimonta fu quella sull’asse Azzorre-Islanda, lasciando così l’Europa in balia di diverse e ripetute perturbazioni a nucleo freddo.

La parte descrittiva può essere integrata con l'aiuto di carte che evidenziano l'Altezza di Geopotenziale a 500hpa e la Pressione al Suolo:

23-01-05
25-01-05

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Carte tratte da http://www.wetter3.de

Da notare come nella 3a carta si riscontrano altezze geopotenziali molto basse (523-528 dam) con temperature a 500hpa di –40°C a ridosso delle Alpi e con una –35°C su metà penisola.
La prima fase determinò, come già detto, un richiamo freddo non indifferente sulla penisola, confinato però alle sole regioni settentrionali. Ciò si verificò a causa della posizione del centro della bassa pressione che risultò inizialmente alto, coinvolgendo così con il suo ramo freddo principalmente le regioni del settore Nord-Adriatico (25-26-27 Gennaio).

26-01-05
27-01-05

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Carte tratte da http://www.wetter3.de

In un secondo momento, con la translazione del minimo verso Sud-Est, il richiamo freddo si fece più deciso sul Medio e Basso Adriatico con i risultati che tutti conosciamo (27-28-29 Gennaio).

28-01-05
29-01-05

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Carte tratte da http://www.wetter3.de

Anche nei giorni 25 e 26 Gennaio 2005 si registrarono forti nevicate nel Centro-Sud Italia, ma questo fu dovuto alle temperature eccezionalmente fredde in seno al vortice che imperversava su tutta la penisola. Fin sui 300-500 m.slm così, si verificarono intense precipitazioni nevose che riuscirono a cumulare non tanto per le temperature al suolo quanto per la loro irruenza.

  • 26-27 Gennaio:

La mattina del 26 alle 7.18 inizia la precipitazione nevosa su Teramo e su tutta la provincia. Forti nevicate si susseguiranno con brevi intervalli e con accumuli che via via andranno creandosi ma solo su tetti, campi aperti ed alberature. Il calore cittadino, infatti, unito a temperature ancora non sotto gli 0°C non favorirà in questa prima fase l’attecchimento da parte della neve su tutte le superfici.
Un altro fenomeno, non meno interessante e discriminante, avvenne durante questi primi giorni:
La particolare posizione del Minimo Depressionario e la conseguente direzione Nord-Sud degli influssi perturbati.
Così alcuni paradossi sono venuti a galla:
Teramo città ha risentito di particolari fenomenti di copertura generati principalmente dalla disposizione a Nord dei Monti Gemelli oltre che una temperatura cittadina elevata rispetto alle campagne circostanti. Neve cumulata sui 15-20 cm.
Le zone collinari costiere, invece, a quote di poco superiori, già 30 cm.
Questo fattore probabilmente è dovuto alla maggiore tendenza dei venti a disporsi da Nord più che da Est con tipologie configurative che relegano il minimo depressionario sul Medio Adriatico, non permettendo un effetto stau sulla provincia dovuto alla barriera naturale del Gran Sasso.
Il carico precipitativo, così, tente a rimanere sulla fascia costiera, lascando le zone interne 'relativamente' a minor accumuli. La vicinanaza dal mare, inoltre, genera fenomeni di maggiori intensità precipitative dovute ad una grande quantità di materia evaporata.
Località di bassa collina nella parte sud della provincia (località Guardia Vomano) raggiungono accumuli (misurato personalmente) di 40-45 cm. in campo orizzontale e totale assenza di vento, quindi non eolicamente addossata. Maggiori precipitazioni quindi sulla fascia costiera visto che questa località dista dal mare solo 15-20 km in linea d'aria. Disagi per rotture di rami.
Gli effetti in montagna comunque vi furono, tanto che sui 1000 m.slm, durante le stesse ore, l'accumulo era già di circa 100 cm.
Da questo, si evince che le aree maggiormente penalizzate dai carichi precipitativi, furono proprio quelle pedemontane e collinari interne (Teramo, Montorio, ecc…).

  • 28-29-30 Gennaio:

Il secondo afflusso perturbato, di tipico stampo oriental-balcanico, con venti sostenuti (impropriamente fu invocato il Burian) e carichi precipitativi uniformi su tutta la provincia, si è manifestato dalle 07 del giorno 28 Gennaio per le 24-36 ore successive, senza sosta e con temperature ben favorevoli all'attecchimento immediato.
Prima graupel per 4-5 ore, poi fiocchi normali via via più grandi fino al momento culminante, riconducibile alle 19 circa del 28 con circa 8-10 cm in 30 minuti nella città di Teramo e non solo.
Su questa fase c’è poco da dire, soprattutto per l’uniformità fenomenologica che l’ha caratterizzata.

In Teramo città, a fine precipitazioni, erano misurabili 45 cm. di neve (5-10 cm. precedenti).
Nella provincia le nevicate sono risultate ovunque copiose e persistenti con accumuli anche molto significativi di oltre 1 m. sopra i 600 m. nelle zone pedemontane e di quasi 1 m nelle aree alto collinari a ridosso del mare: Atri (444 m.slm) 85-90 cm ; Guardia Vomano (250 m.slm) 75 cm
Nelle zone costiere piccoli ma molto significativi gli accumuli.

  • DATI DESCRITTIVI:

Altezza manto nevoso al 30 Marzo 2005:

Località
Altitudine
Misurazione Neve
Roseto degli Abruzzi
0 m.slm
10 cm.
Teramo
265 m.slm
45 cm.
Guardia Vomano
250 m.slm
75 cm.
Atri
444 m.slm
85-90 cm.
Torricella Sicura
430 m.slm
70 cm.
Macchia da Sole
910 m.slm
100 cm.
Paranesi di Rocca S.Maria
1000 m.slm
140 cm.
Prati di Tivo
1450 m.slm
190 cm.

Nell'archivio Fotografico si trovano numerosi riscontri visivi alle parole sopradette.