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Meteo, Clima e Biosfera in provincia di Teramo

Breve storia delle rilevazioni meteorologiche nella provincia di Teramo. Prima parte.

Le informazioni contenute in quest’articolo, infatti, derivano dalle pubblicazioni:

● Prof. F.Palagi– Elementi Climatologici della città di Teramo – 1890 Teramo, Scalpelli
● G.Peisino – Studio del Clima di Collurania-Teramo- Osservatorio Astronomico di Collurania, Memorie ed osservazioni Volume II Fascicolo I – 1946 Teramo, Casa Editrice Tipografica Nelle prefazioni dei due documenti, inoltre, sono presenti brevi storie delle rilevazioni effettuate precedentemente; lavoro molto utile nella ricostruzione temporale della storia delle rilevazioni meteorologiche nella provincia.

BREVE CRONISTORIA
1803: Prima pubblicazione sulla Gazzetta Civica Comunale di Napoli di osservazioni effettuate tra il 7 Aprile ed il 4 Maggio dello stesso anno a Teramo da parte dell’Abate Berardo Quartapelle
1836: Il dotto naturalista Ferdinando Mozzetti pubblica lo studio “Saggio d’influenze meteoriche e del clima sulla agronomia ecc. degli Abruzzi”
1852: Nascita di un piccolo Osservatorio Meteorologico nei locali dell’antico Istituto Tecnico e prima serie di rilevazioni (1852-1880) ufficiali in Teramo a cura del Cav.Raffaele Quartapelle, risultate successivamente poco utilizzabili per fini scientifici;
1868: Il piccolo osservatorio viene trasferito su di una terrazza del Convitto Nazionale ma “non ebbe assetto regolare, né fu fornito di adatti istrumenti fin nell’aprile del 1882”, così da non riuscire a fornire dei dati attendibili fino a questa data;
1883: nella città di Penne istituito un Osservatorio Meteorologico;
1883: Inizio della seconda serie di rilevazioni (1883-1890), questa volta regolari e costanti, a cura dell’Osservatorio Meteorologico Teramano sito nel Convitto Nazionale;
1885 circa: nella città di Isola del Gran Sasso istituito un Osservatorio Meteorologico;
1922: Fine delle osservazioni discontinue effettuate da vari osservatori nei locali del Convitto Nazionale;
1923: Inizio della serie di rilevazioni indipendenti termo-pluviometriche (1923-1939) eseguite in Teramo dal Dott. Gerardo Ferrara con strumenti situati sul terrazzo di casa;
1924: Trasferimento degli strumenti dal Convitto Nazionale ai locali dell’Osservatorio Astronomico di Collurania a cura del Dott. Luigi Taffara ed inizio di una nuova attività di rilevamento meteorologico;
1925: Inizio della terza serie di rilevazioni (1925-1945) sempre con gli stessi strumenti e ad opera dello stesso operatore (il Sig. Pasquale Ciceroni) nell’area adiacente l’Osservatorio Astronomico di Collurania.

Mentre non si hanno notizie dell’esatta posizione delle stazioni precedenti al 1886 e di quelle di Penne ed Isola del Gran Sasso, le pubblicazioni descrivono sia l’ubicazione delle Stazioni di Rilevamento sia il tipo che l’esatta posizione degli strumenti utilizzati.

Convitto Nazionale: L’Osservatorio è posto in un locale speciale, appositamente ridotto, sopra quello del Convitto Nazionale e del Regio Liceo, e consta di due terrazze e di due comodissimi ambienti ad esse sottoposti: l’uno serve pel barometro e per l’archivio…..a 288 mslm; l’altro per tutti gli altri strumenti, è 5 metri più alto. Le terrazze sono una a livello di quest’ultimo ambiente, l’altra colla banderuola e il mulinello dell’anemoscopio e dell’anemometro e l’imbuto del pluviometro, è ancora di 4 metri più elevata, in posizione felicissima, e con orizzonte per buon tratto perfettamente libero da ogni lato.
Osservatorio Astronomico di Collurania: …“ Il complesso strumentale è racchiuso in una capanna a persiane appoggiata solidamente ad una torretta di cemento che sorregge il traliccio di ferro recante alla sommità il mulinello e la banderuola dell’anemoscopio. Nell’armadietto ricavato alla base della torretta sono sistemati il barometro ed il barografo. Gli apparecchi vengono così a trovarsi in piena campagna, a circa 60 metri dalla torre centrale della Specola ed ad un’altezza sul livello del mare di m.396”…“La temperatura media di ciascun giorno è al solito ottenuta sommando ai dati osservati alle 9 e 21 (e dopo il 1 dicembre 1932 alle ore 8 e 19) la temperatura massima e la minima e dividendo il tutto per quattro”…-…“Gli strumenti impiegati per le osservazioni sono gli stessi che funzionavano nell’Osservatorio di Teramo all’atto della soppressione del servizio; essi sono i seguenti:
o Termometro a massima della ditta S.I.A.P. di Bologna, N. 2198;
o Termometro a minima della ditta S.I.A.P. di Bologna, N. 2346;
o Termografo della ditta S.I.A.P. di Bologna, N. 3081;
o Psicrometro della ditta Alvergniat F. res di Parigi;
o Barometro tipo Fortin della ditta Ceccarelli di Roma, N. 259;
o Barografo Richard, N. 26236;
o Idrografo a capelli Richard;
o Pluviometro registratore;
o Eliofanografo tipo Campbell della ditta Salmoiraghi”.

In conclusione, si può dedurre che nella nostra provincia l’interesse meteorologico, anche se confinato ad alcuni appassionati-studiosi della materia, ha rappresentato un’importante pagina della ricerca scientifica tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento ed ha individuato diversi parametri atmosferici che illustrerò in altri articoli. Il ringraziamento per l’operosità e la dedizione alla diffusione della scienza meteorologica, pertanto, va non soltanto al capace lavoro di monitoraggio effettuato in quegli anni da parte dell’Istituto Centrale di Meteorologia di Roma, ma anche a coloro che hanno saputo tramandare le proprie passioni ed i propri interessi ai posteri, attraverso il rilevamento e la pubblicazione dei dati che, in maniera certa, rappresentano una porzione di storia ‘atmosferica’ della provincia di Teramo.